In Italia si registra una significativa mancanza di specialisti digitali, con oltre 360mila figure introvabili. Tale carenza rischia di rallentare la transizione digitale delle imprese italiane, mettendole in una posizione di svantaggio rispetto ai concorrenti stranieri. Secondo una rilevazione di Confartigianato, le aziende italiane necessitano di circa 699mila lavoratori con competenze digitali avanzate, ma riescono a reperirne solo poco più della metà.
Le competenze più richieste
Tra le competenze richieste vi sono la gestione di tecnologie come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’Industrial Internet of Things (IoT), la data analytics, i big data, la realtà virtuale e aumentata e la blockchain. La situazione è particolarmente critica per le micro e piccole imprese, dove il 54,9% delle posizioni che richiedono competenze digitali rimane scoperto.
Confronto con la media europea
In Italia, nel 2023, gli specialisti ICT rappresentavano il 4,1% della forza lavoro, una percentuale leggermente inferiore alla media europea del 4,8%. Inoltre, solo il 15,7% degli specialisti digitali sono donne, un dato che evidenzia un ulteriore gap nel settore.
Differenze territoriali
A livello territoriale, il Nord Est d’Italia è la zona che registra le maggiori difficoltà nel reperire specialisti digitali, con il 57,9% delle ricerche che non trovano riscontro. In particolare, il Trentino-Alto Adige risulta essere la regione con il maggior mismatch, seguita dal Friuli-Venezia Giulia e da altre regioni come Umbria e Marche.
Strategie aziendali per affrontare la carenza
Le imprese stanno adottando diverse strategie per fronteggiare la mancanza di personale qualificato. Tra queste, l’aumento dei salari, maggiore flessibilità negli orari di lavoro e una più stretta collaborazione con le scuole tecniche e professionali. Secondo Confartigianato, è essenziale un maggiore dialogo tra il sistema educativo e le imprese per formare lavoratori in grado di padroneggiare le nuove tecnologie.