Il food&grocery e, a seguire, arredamento, informatica e abbigliamento sono i settori più in crescita per il commercio elettronico delle aziende tricolore. E quest’anno gli acquisti dello Stivale aumenteranno del 16%.
Si fa shopping ormai con ogni mezzo, in ogni luogo e su qualsiasi categoria di prodotto, dal cibo all’arredamento. È un’Italia sempre più dedita all’e-commerce quella emersa nell’ultimo studio presentato al Netcomm Forum (l’evento annuale dell’omonimo consorzio) e basato su dati dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano. Quello del commercio elettronico è un fenomeno certo non nuovo, ma in continua evoluzione tecnologica, normativa e anche “culturale”, un fenomeno ancora capace di crescere a doppia cifra e di conquistare nuovi adepti: nei primi tre mesi di quest’anno si è registrato un aumento significativo, del 16%, nel numero di italiani che hanno comprato online, da siti Web o tramite app mobili. Si è passati, infatti, dai 18,7 milioni di famiglie di acquirenti del primo trimestre 2016 ai 20,9 milioni di un anno dopo.
E per l’intero 2017 si prevede che il giro d’affari dell’e-commerce tricolore (cioè generato da clienti residenti in Italia) raggiunga quota 23,1 miliardi di euro. Sta anche cambiando la composizione relativa degli acquisti: A detta di Netcomm, nel corso dell’anno per la prima volta il mercato dei prodotti fisici arriverà a valere tanto quanto quello dei servizi comprati in e-commerce, che si spartiscono la torta movimentando ciascuno intorno agli 11,5 miliardi di euro. Il peso del commercio elettronico sul totale acquisti retail degli italiani, invece, sarà intorno al 5,6%.
In questa ascesa, d’altra parte, l’Italia si adegua una tendenza mondiale. “È in atto un cambiamento sistemico di acquisto e offerta che coinvolge alcuni fattori importanti del commercio elettronico”, ha commentato il presidente di Netcomm, Roberto Liscia. “Il digitale non è più il futuro ma intride moltissimi aspetti della vita quotidiana del consumatore. Basti pensare che nel 2016 sono stati acquistati nel mondo beni e servizi online per circa 2.600 miliardi di euro, registrando una crescita del 17% rispetto al 2015, e che i consumatori che acquistano online hanno raggiunto la quota di 1,4 miliardi. In questo contesto in continua evoluzione la chiave del successo competitivo è creare un’esperienza di commercio unificato, in cui online e offline e i diversi dispositivi si mescolano in un nuovo ecosistema esperienziale”.
A tal proposito, è interessante notare come gli smartphone abbiano guadagnato terreno in qualità di strumenti di acquisto, rispetto ad anni in cui Pc e tablet dominavano. Merito, certamente, dell’evoluzione tecnologica che ha portato sul mercato modelli con schermi più grandi e più reattivi, ma anche della buona progettazione di siti e app mobili, facili da navigare. Gli acquisti realizzati tramite telefono crescono, dunque, del 52% e unitamente a quelli fatti su tablet rappresentano (a valore) quasi un terzo delle transazioni. Peraltro chi è “multi-device”, cioè chi per comprare usa almeno tre dispositivi fra computer, smartphone e tavoletta, tende a fare in media il doppio degli acquisti di chi si limita al solo Pc.
I segmenti trainanti dell’e-commerce degli italiani sono quattro: l’alimentare (food&grocery), per cui gli acquisti sono saliti in un anno di ben il 37%, e a seguire l’arredamento e home living (+27%), l’informatica ed elettronica di consumo (+26%) e l’abbigliamento (+25%). Nella stragrande maggioranza dei casi si opta ancora per la consegna a domicilio o sul posto di lavoro, ma iniziano a farsi strada (8,6% dei casi) le alternative del ritiro in negozio o in un punto di raccolta. Il 44% degli ordini online viene saldato al momento dell’acquisto con una carta di credito o prepagata, il 38,8% con PayPal (considerando che l’84% delle transazioni gestite da PayPal produce un addebito su carta di credito, rientrando perciò nel perimetro dei pagamenti con carte).