Gli informatici? dall’estero ce li rubano!

da repubblica.it

di Marco Bettazzi

“Beh, mettiamola così: se avessi un figlio almeno per i prossimi 5 anni gli direi di fare ingegneria informatica, la domanda è talmente alta che non si guarda quasi al voto di laurea”. Cristiano Boscato, direttore commerciale di Injenia, azienda di servizi digitali alle imprese, la spiega in questo modo. Nella società che ha contribuito a fondare, con sede in via Stendhal a Bologna, hanno assunto più di 20 persone l’anno scorso e attualmente sono alla ricerca di almeno 10 persone da assumere per accompagnare un importante piano di crescita, che prevede di aumentare del 50% il giro d’affari nel 2017.

Solo che non è così facile trovare le persone. Anzi, è decisamente complicato. “Adesso cerchiamo sei ingegneri informatici, tre commerciali e una persona di staff – continua – Ma soprattutto ingegneri informatici, che troviamo con molta difficoltà. Dall’università di Bologna ne escono 70-80 all’anno dalla magistrale, la competizione tra le imprese è altissima. E come se non bastasse ci si mettono anche i colossi esteri della new economy, come Amazon, che hanno più appeal e spesso fanno offerte di lavoro all’estero per i ragazzi”.

Injenia è il principale partner di Google in Italia e ha lanciato l’anno scorso con l’Università di Bologna un laboratorio su applicazioni del colosso di Mountain View cui hanno partecipato decine di ragazzi. “Ne abbiamo assunti due a tempo indeterminato e altri due stanno facendo la tesi – continua – In questo campo i ragazzi appena usciti dall’università sono molto ricercati perché sono competenti e più aggiornati rispetto a chi lavora in azienda da anni. Ma, appunto, facciamo sempre fatica a trovarne”. Proprio per allargare il campo d’azione sta avviando una collaborazione anche con l’ateneo di Cesena.

L’azienda ha chiuso il 2016 con un fatturato da 6,5 milioni di euro, è cresciuta del 50% ogni anno negli ultimi tre anni e prevede di arrivare a 10 milioni di euro a dicembre. Ha circa 70 dipendenti, con un’età media di 32 anni e per i due terzi informatici. Sviluppa sistemi software e servizi ad alta tecnologia per clienti come Barilla, Ovs o La Perla, sfruttando le piattaforme sviluppate da Google per il mondo delle imprese. Un contatto, quello con Google, che ha contribuito a cambiare radicalmente la natura di Injenia, nata nel 2006 come società di consulenza specializzata nelle amministrazioni pubbliche e poi convertitasi nei servizi digitali alle imprese.

Per Barilla, tanto per fare un esempio, hanno sviluppato una specie di social network, con un sistema di messaggistica integrato, che consente ai lavoratori impegnati sulle linee di produzione di scambiarsi informazioni sulle macchine, tagliando gli sprechi e semplificando gli interventi di manutenzione. Ma altri campi d’azione sono l’industria 4.0, l’intelligenza artificiale e la gestione dei big data nella manifattura. Il 13 aprile all’Opificio Golinelli organizza un evento dedicato alle nuove tecnologie per clienti e fornitori cui parteciperà tra gli altri anche Bill Wippenmeyer, direttore per Google dei servizi cloud, che arriva per la prima volta in Italia. “Avremo robot umanoidi, stampanti 3D e sarà anche possibile testare sistemi di neuro marketing, la lettura del cervello con elettrodi”, racconta Boscato.

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