A gennaio gli attacchi hacker in Italia sono scesi, ma resta alta l’attenzione: utenti e aziende continuano ad essere presi di mira dai cyber criminali
17 Febbraio 2017 – Finalmente una buona notizia per quanto riguarda la sicurezza informatica: nel mese di gennaio gli attacchi hacker in Italia sarebbero infatti calati. È quanto afferma Check Point Software Technologies, un’azienda specializzata in cybersecurity.
Un calo che comunque, come emerge dalle informazioni fornite da Check Point, non deve farci abbassare la guardia. Sono ancora tante, infatti, le minacce che ogni giorno mettono in pericolo i dati di utenti e soprattutto delle aziende. A dominare questa triste classifica, secondo il Global Threat Impact Index, ci sarebbe Triada, una backdoor modulare che colpisce Android. Una volta installata, infatti, consente agli hacker, dopo aver acquisito alcuni permessi da amministratore, di scaricare malware. Sorprende il fatto che circa il 9% degli attacchi hacker registrati sia stato causato attraverso software malevoli per dispositivi mobili.
Gli hacker, dunque, diversificano sempre di più i loro attacchi, come dimostrano le numerose varianti di malware rinvenute. La stessa Check Point aveva avvisato che nel 2017, a causa soprattutto della trasformazione digitale iniziata da molte aziende, le violazioni sarebbero cresciute. Tra i malware per dispositivi mobili più pericolosi troviamo ancora Hummingbad e Hiddad. Il primo è un software che installa sui dispositivi applicazioni malevoli che poi possono essere usate dagli hacker per acquisire le credenziali degli utenti e bucare la crittografia delle aziende. Il secondo malware invece si nasconde all’interno di app, all’apparenza innocue, e colpisce accedendo ai dati personali degli utenti.
Kelihos, una botnet pericolosa
Sempre facendo riferimento a quanto sostiene Check Point, in generale i malware più pericolosi di gennaio 2017 sono stati tre: Kelihos, una botnet utilizzata dai cybercriminali per rubare bitcoins e per lanciare spam, HackerDefender e Cryptowall. Il secondo merita una particolare attenzione. È un Rootkit per Windows, vale a dire un software malevolo che permette l’accesso ai dispositivi delle vittime, quasi invisibile da trovare. Il terzo invece è uno dei ransomware in circolazione più temuti. Continuano a mietere vittime tra gli utenti di Windows anche il warm Conficker e il trojan Zeus, quest’ultimo responsabile soprattutto nelle frodi bancarie.
A gennaio dunque in Italia malware e ransomware sono calati, ma le minacce restano sempre dietro l’angolo. Cosa è possibile fare per proteggersi? Gli esperti suggeriscono di non aprire mai file provenienti da fonti non attendibili. Evitate di scaricare app da market non ufficiali e assicuratevi di avere una password sicura.
Cliccando sui link che seguono, invece, potrete scoprire suggerimenti, alcuni più tecnici altri più alla portata di tutti, riguardanti la sicurezza informatica e scoprire le tipologie di attacchi più comuni: dagli attacchi DDoS al phishing, passando per le botnet.
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